Descrizione
Nome scientifico: Crocus sativus.
Provenienza: lo zafferano, annoverato tra le spezie più costose del mondo, è origniario della Grecia o dell’Asia Minore e fu coltivato per la prima volta in Grecia.
Caratteristiche botaniche: lo zafferano è una pianta perenne e sterile con un bulbo tubero sferico di colore bruno. Le foglie sono lunghe, sottili, prive di picciolo, di colore verde scuro e brillante e raggiungono un’altezza massima di 30-35 cm. I fiori sono formati da 6 petali di colore viola con una parte maschile costituita da 3 antere gialle su cui è appoggiato il polline. Vi è poi la parte femminile del fiore formata dall’ovario collocato alla base del bulbo dal quale si genera un lungo stilo di colore giallo che raggiunge la base del fiore. Da qui si dipartono i 3 lunghi stimmi di colore rosso-arancio che, una volta essiccati, vengono utilizzati come spezia in cucina.
Storia: il nome zafferano deriva dal latino “safranum“ che a sua volta deriva dall’arabo “za’faran“ che significa “giallo“. Le sue proprietà erano note agli Egizi, come confermato dal Papiro di Ebers del 1550 a.C. : essi infatti erano soliti impiegare lo zafferano nelle onoranze funebri, cospargendo le mummie con i pistilli, credendo l’aroma dei pistilli della pianta favorisse l’ascesa delle preghiere fatte in onore dei defuinti. In ambito cretese-miceneo il fiore dello zafferano appare raffigurato nelle pareti del Palazzo di Cnosso. Nella Bibbia, più precisamente nel Cantico dei Cantici, viene associato alle piante più aromatiche e pregiate che nascono in giardino. Nella mitologia greca, la nascita della pianta è attribuita all’amore del giovane Croco ( da qui l’origine del nome) per la ninfa Smilace. Gli dei erano contrari al loro amore e trasformarono il giovane nella pianta dello zafferano e la ninfa in quella sempre verde del tasso. Lo zafferano era inoltre adoperato dal dio greco Ermes, consigliere degli innamorati, per risvegliare il desiderio. Il grande Ippocrate, invece, lo prescriveva per curare la gotta ed i reumatismi, ma ci sono arrivate testimonianze del fatto che spesso venisse utilizzato anche come aroma ambientale per i teatri. I romani erano soliti utilizzare lo zafferaano per profumate le abitazioni i bagni imperiali e per colorare i veli delle spose, che secondo la tradizione, dovevano essere arancioni. Non mancano applicazioni in ambito cosmetico: molto spesso infatti le donne romane lo usavanbo per tingere i capelli, le unghie e le labbra. Tuttavia con la caduta dell’Impero romano la popolarità dallo zafferano venne meno, e la sua coltura sopravvisse in Oriente, nell’impero di Bisanzio, e nei paesi arabi. Attorno all’anno mille furono gli Arabi che ne reintrodussero in Europa la coltivazione attraverso la Spagna. Fino al Medioevo le pianta aveva il nome di croco, poi gli arabi lo cambiarono in “za’faran” (termine derivato dal persiano “Sahafran”) in riferimento al colore giallo assunto dagli stimmi dopo la cottura.
Proprietà terapeutiche:lo zafferano contiene carotenoidi, vitamina A, B1, B2 e un olio essenziale ad azione prevalentemente cardiotonica, antispasmodica, emmenagoga e stomachica. La fitoterapia utilizza lo zafferano come rimedio all’insonnia, ai dolori mestruali e per favorire la digestione. Essendo lo zafferano un potente antiossidante, il suo utilizzo contrasta efficacemente i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. Un recente studio ha dimostrato che lo zafferano sarebbe anche in grado di regolare il tono dell’umore, agendo sul sistema nervoso centrale, rendendo questa spezia un buon aiuto in caso di stati depressivi, ansia e stress.
Usi ed impieghi: in cucina lo zafferano è stato utilizzato, sin dall’antichità, per speziare i cibi, esaltare qualunque pietanza e soddisfare i palati più esigenti. Le proprietà coloranti della pianta erano utilizzate nei tempi antichi soprattutto per stoffe di pregio. Con l’avvento della chimica il suo uso come colorante è stato ridimensionato, se non addirittura abbandonato.
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